Musica
Sanremo History. Vorrei cantarti fra cent’anni: Lucio Dalla trionfa con “Piazza grande” e accede ai 16mi battendo Sergio Endrigo. Ecco le sfide di domani
Scopriamo chi vince la ventottesima sfida dei trentaduesimi di finale di “Vorrei cantarti fra cent’anni” tra Sergio Endrigo e Lucio Dalla
SFIDANTE | SERGIO ENDRIGO
Dopo la sfida tra Andrea Bocelli e Renzo Rubino, la gara di Vorrei cantarti fra cent’anni continua e vede protagonisti due grandi esponenti del cantautorato italiano, che purtroppo ci hanno lasciato. La sfida numero 28 vede salire sul nostro palco sanremese il grande Sergio Endrigo con la storica “Canzone per te”.
A distanza di un anno dalla morte di Luigi Tenco, che lascerà una ferita indelebile nella storia del Festival, a Sanremo 1968 troviamo uno dei cast migliori di sempre per per lo spessore artistico degli interpreti e dei musicisti che firmano i brani, per un’edizione all’insegna della canzone d’autore.
Tra i concorrenti c’è anche Sergio Endrigo. Dopo il debutto del ’66, la partecipazione del ’67 con “Dove credi di andare” e l’esperienza all’Eurovision Song Contest, il cantautore nato a Pola torna all’Ariston per la terza volta consecutiva e in questa occasione vince con “Canzone per te”, brano scritto a quattro mani con Sergio Bardotti. Ma sarà solo la prima di altre soddisfazioni: l’anno seguente infatti si classificherà secondo con Lontano dagli occhi e nel ’70 terzo con L’arca di Noè, cantata con Iva Zanicchi.
A vincere nello storico primo Festival di Pippo Baudo, come già detto, fu proprio Endrigo con la sua proposta musicale dai toni crepuscolari e dalla classica impronta melodica, che ripagava il cantautore del suo impegno come artista sensibile e poco incline a compromessi. Una canzone ben confezionata che parla di un amore talmente bello, che per la sua fine crea così tanto dolore da sperare che possa finire il prima possibile, in modo che entrambi gli innamorati possano ritrovare la serenità per avvicinarsi ad una nuova storia sentimentale.
PIAZZA GRANDE’ di Lucio Dalla – Dopo l’esordio del 1966 con “Pafff…bum!”, abbinato con gli Yardbirds, Lucio Dalla torna al Festival della Canzone Italiana di Sanremo per la quarta volta con la commovente “Piazza grande”. La canzone, che rappresenta la fine della prima fase artistica dell’originale cantautore bolognese, è dedicata a un senzatetto realmente vissuto e vede le firme per il testo di Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti, mentre per la musica di Rosalino Cellamare; ovvero l’amico Ron.
Il brano era nato dalla chitarra di Ron come motivo di genere country americano, ma nelle rielaborazioni successive, arrangiata con arpeggi di chitarra acustica e strumenti a plettro, ricorda il genere popolare portoghese del fado. Difatti il motivo somiglia molto ad un brano del 1968 cantato dalla cantante portoghese Amália Rodrigues con il titolo “Vou Dar de Beber à Dor.
Inizialmente la canzone viene proposta a Gianni Morandi, Lucio però non vuole rinunciare al pezzo e riesce a presentarsi al Festival, resistendo alle pressioni della sua casa discografica, che peraltro avrebbe voluto intitolare il brano “Canal Grande”. In gara con il titolo di “Piazza grande”, raccontando di Piazza Maggiore a Bologna, il brano si classifica all’ottavo posto con 89 preferente. A vincere, con 343 voti, sara “I giorni dell’arcobaleno” di Nicola di Bari che vince per la seconda volta consecutiva, dopo aver presentato l’anno prima “Il cuore è uno zingaro”.
SFIDATO | LUCIO DALLA
Se Sergio Endrigo parte con “Canzone per te”, Lucio Dalla risponde con un altrettanto celebre brano, che ha fatto storia e che rappresenta un momento importane della carriera del “cantastorie di tre generazioni”.
Dopo l’esordio del 1966 con “Pafff…bum!”, abbinato con gli Yardbirds, Lucio Dalla torna al Festival della Canzone Italiana di Sanremo per la quarta volta nel 1972 con la commovente “Piazza grande”. La canzone, che rappresenta la fine della prima fase artistica dell’originale cantautore bolognese, è dedicata a un senzatetto realmente vissuto e vede le firme per il testo di Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti, mentre per la musica di Rosalino Cellamare; ovvero l’amico Ron.
Il brano era nato dalla chitarra di Ron come motivo di genere country americano, ma nelle rielaborazioni successive, arrangiata con arpeggi di chitarra acustica e strumenti a plettro, ricorda il genere popolare portoghese del fado. Difatti il motivo somiglia molto ad un brano del 1968 cantato dalla cantante portoghese Amália Rodrigues con il titolo “Vou Dar de Beber à Dor.
Inizialmente la canzone viene proposta a Gianni Morandi, Lucio però non vuole rinunciare al pezzo e riesce a presentarsi al Festival, resistendo alle pressioni della sua casa discografica, che peraltro avrebbe voluto intitolare il brano “Canal Grande”. In gara con il titolo di “Piazza grande”, raccontando di Piazza Maggiore a Bologna, il brano si classifica all’ottavo posto con 89 preferente. A vincere, con 343 voti, sara “I giorni dell’arcobaleno” di Nicola di Bari che vince per la seconda volta consecutiva, dopo aver presentato l’anno prima “Il cuore è uno zingaro”.
ESITO | SFIDA 28
Vince la sfida tra Canzone per te e Piazza grande, con un bel divario di preferenze, la canzone di Lucio Dalla. Il cantautore bolognese, così, passa alla fase successiva del nostro contest sanremese e si aggiudica la partecipazione ai sedicesimi di finale. Per il cantautore di Pola, invece, “Vorrei cantarti fra cent’anni” termina qui.
COMMENTI | GIURIA
Roberta Faccani: Dalla tutta la vita!
Timothy Cavicchini: “Piazza grande”. Ho sempre ritenuto che Lucio abbia “raccolto” poco e tardi, aimè.
Andrea Direnzo: La poesia di Sergio Endrigo è un pozzo immenso a cui abbeverarsi. Comunque, sia lui che Lucio Dalla sono due Big!
VOTI | GIURIA
Piazza Grande: 17 (Roberta Giallo, Roberta Faccani, Timothy Cavicchini, Patrizia Cirulli, Andrea Baldinazzo, Michele Cortese, Dajana D’ippolito, Claudia Casciaro, Antonio Toni, Giacomo Fronzi, Mattia Ottavio Sammarco, Enrico Spada, Ugo Stomeo, Juary Santini, Margherita Ventura, Roberto Santangelo, Claudio Bolognesi).
Canzone per te: 7 (Michele Monina, Gianpaolo Chiriacò, Andrea Direnzo, Emily De Salve, Eleonora Magnifico, Francesca Amodio, Fabrizio Testa).
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THE WINNER IS…
LE SFIDE DI DOMANI
32MI DI FINALE: MORIRO’ D’AMORE di Giuni Russo VS. PROCESSO A ME STESSA di Anna Oxa
MORIRO’ D’AMORE di Giuni Russo – “Morirò d’amore” è una canzone importante, per Giuni Russo ma anche per il Festival di Sanremo. Il brano, infatti, riesce ad accedere al nel cast dopo ben tre tentativi. La canzone viene scritta alla fine degli anni ’80 dalla stessa Giuni e da Maria Antonietta Sisini con Vania Magelli.
Il brano, in cui troviamo alcune citazioni di varie poesie di San Giovanni della Croce, viene proposto al Festival per la prima volta nel 1989, ma viene bocciato. Il pezzo resta inedito e viene riproposto nel 1997, ma la commissione artistica di quell’edizione della kermesse lo boccia ancora, definendo il provino addirittura “stonato”. Il brano resta così nel cassetto e nel frattempo Giuni Russo si ammala.
Nel 2002 l’iconica cantante palermitana, che desidera fortemente poter tornare sul palco dell’Ariston, fa un ultimo tentativo. Contatta personalmente l’allora presentatore e direttore artistico del Festival, Pippo Baudo, che cede e finalmente Morirò Ddamore viene accettata, prendendo finalmente parte alla gara nella cinquantatreesima edizione di Sanremo, targata 2003.
Inizialmente viene presa in considerazione la possibilità di sottoporre alla commissione artistica un altro brano, “Amore intenso”, ma la scelta alla fine ricade proprio sul provino di Morirò d’amore, già bocciato per ben due volte.
Nel 2003, edizione che vede vincere Alexia tra i big e Dolcenera tra i giovani, Giuni Russo riesce a conquistare la Top 10, attestandosi al settimo posto in classifica. Morirò d’amore piace soprattutto alla giuria dei giornalisti, arrivando secondo nella graduatoria per l’assegnazione del Premio della critica “Mia Martini”, portato a casa poi da Sergio Cammariere. Morirò d’amore, arrangiato da Franco Battiato e Roberto Colombo, riesce a conquistare il Premio “Volare” per il miglior arrangiamento, per la felicità e la soddisfazione di Giuni, che torna al Festival dopo 35 anni di attesa.
«A Sanremo volevo andarci a tutti i costi. Ero arrabbiatissima. Dicevo: io sto morendo e non ho coronato la mia carriera come avrei voluto. Così sono andata a Roma e ho chiesto a Baudo, che era il direttore artistico, di darmi la possibilità di proporre alla giuria un brano. Lui non lo sapeva, ma era la stessa canzone che mi aveva boicottato per ben due volte» – raccontò la Russo prima di lasciarci un anno dopo la sua “vittoriosa” partecipazione a Sanremo.
PROCESSO A ME STESSA di Anna Oxa – Anna Oxa torna al Festival di Sanremo nel 2006 per la tredicesima e penultima volta, su un numero totale di quattordici partecipazioni e ben due vittorie.
Tra le icone del nostro Festivalone, capace sempre di rinnovarsi e sorprendere per le sue trasformazioni artistiche, la Oxa si presenta con un brano a dir poco particolare, dal titolo enigmatico “Processo a me stessa”.
Il brano porta la firma di Pasquale Panella e della stessa Oxa, ma non riesce a conquistare il pubblico. Infatti, in questa edizione divisa in categorie (Donne, Uomini, Gruppi, Giovani), Processo a me stessa non si classifica nemmeno per la serata finale, probabilmente penalizzato dall’atteggiamento della cantante e dalla sua strategia di comunicazione.
Difatti Anna Oxa ancora una volta fa parlare di sé: alla vigilia della kermesse oscura il suo sito web ufficiale e si nega a fotografi; creando scalpore e un grande mistero intorno al suo brano sanremese. Il testo di Processo a me stessa, come da tradizione, non viene pubblicato su Tv Sorrisi e Canzoni e la Oxa durante le prove a porte aperte per la stampa, chiede invece le porte chiuse.
Così cresce la curiosità da parte del pubblico televisivo, che deve aspettare la seconda serata del Festival per vedere l’esibizione della cantante di Senza pietà, che si presenta con una scenografia scarna e spettrale, accompagnata da un coro polifonico albanese, mentre legge il testo del brano con dei fogli in mano, che poi abbandona sul palcoscenico strofa dopo strofa. Risultato? Anna Oxa viene eliminata e non accede nemmeno alla serata finale.
32MI DI FINALE: LASCIARSI UN GIORNO A ROMA di Niccolò Fabi VS. BABILONIA di Diodato
LASCIARSI UN GIORNO A ROMA di Niccolò Fabi – Dopo aver guadagnato il Premio della Critica nella Categoria Nuove Proposte con “Capelli”, l’anno seguente Niccolò Fabi torna al Festival della Canzone Italiana di Sanremo fra i Big con il brano “Lasciarsi un giorno a Roma”.
Il cantautore romano torna all’Ariston con l’obiettivo di mostrare un altro lato della sua personalità artistica, convinto del fatto che il “tormentone” Capelli avesse monopolizzato l’attenzione del pubblico. Lasciarsi un giorno a Roma porta la firma di Cecilia Dazzi, Daniele e Riccardo Sinigallia e dello stesso Fabi e si classifica al decimo posto.
BABILONIA di Diodato – “Babilonia” rappresenta il battesimo al Festival di Sanremo di Diodato, cantautore nato ad Aosta, cresciuto a Taranto e romano d’adozione. Con Babilonia, scritto interamente dal cantautore, si piazza al secondo posto, scavalcato dal rapper Rocco Hunt con Nu juorno buono.
A proposito del suo brano, Antonio Diodato dichiarò: «In Babilonia, così come nel mio primo disco “Forse sono pazzo”, c’è un mix di influenze che abbraccia il rock e pop di matrice inglese e la scuola cantautorale italiana. Poi, lo abbiamo arrangiato con la consapevolezza che ci sarebbe stata l’orchestra, un lavoro realizzato da Rodrigo d’Erasmo degli Afterhours, musicista che stimo molto. Ogni volta che scrivo le musiche, sono abbastanza orientato verso le sonorità internazionali, anche se il risultato finale è sempre molto italiano».
Chi vincerà le prossime sfide di “Vorrei cantarti tra cent’anni”? Continuate a seguire QUI su OA Plus per scoprirlo!!
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