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Never Too Late, una serie distopica italiana spaventosamente vicina alla realtà

La nostra recensione di Never Too Late, la nuova serie distopica targata RaiPlay di cui si sta parlando troppo poco

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Never Too Late
Crediti immagine: RaiPlay

Un futuro distopico, un gruppo di adolescenti ostinati e un mistero da risolvere: gli ingredienti per la serie di successo ci sono tutti. E in effetti Never Too Late, show Made in Italy disponibile in esclusiva su RaiPlay, è uno dei titoli più interessanti prodotti dal settore televisivo italiano negli ultimi anni. La fiction in dieci episodi, firmata da Rai Fiction e Propaganda Italia e girata in Sardegna, ha debuttato sulla piattaforma di streaming online a fine novembre ma se parla ancora troppo poco.

Never Too Late dipinge un futuro in cui la natura è pericolosamente vicina a scomparire: un contesto terribilmente vicino alla realtà

In un futuro distopico in cui la Terra è arrivata al collasso climatico e soffre per la carenza di ossigeno, in tutto il mondo sono salite al potere delle vere e proprie dittature ecologiste che hanno lo scopo di proteggere e curare la poca natura rimasta con ogni mezzo possibile. In Italia, le cosiddette Milizie Verdi hanno imposto a partire dal 2033 un vero e proprio green lockdown, vietando di fatto ogni contatto con la natura. Persino tenere animali domestici o piante in casa va contro le regole e ogni trasgressione è severamente punita.

La storia ha inizio nel 2046, tredici anni dopo l’istituzione del green lockdown. Nella Sardegna sud-occidentale, le Milizie Verdi hanno il compito di preservare la foresta di Nur, uno degli ultimi polmoni verdi ancora intatti. È in questo contesto che vivono Maria, Jacopo, Benny, Arturo, Alex e Caterina, un gruppo di adolescenti che di fatto non ha mai potuto godere della bellezza della natura incontaminata (essendo troppo piccoli quando furono istituite le restrizioni). Quando i genitori di due di loro spariscono misteriosamente, tuttavia, i giovani decidono di infrangere la legge e di introdursi nella foresta proibita per svelare il mistero. Nel corso degli episodi i nostri ostinati protagonisti porteranno a galla un complotto molto più grande di loro, un piano diabolico che coinvolge anche le più alte istituzioni della città (e forse del mondo intero).

Never Too Late

La protagonista Arianna Becheroni (quarta da sinistra) insieme al cast principale (crediti immagine: Rai.it)

Aspetti positivi e note negative di una delle serie italiane più originali degli ultimi anni

Nonostante l’originalità della trama, che si discosta dai soliti teen drama tutti uguali tra loro, anche in questo caso è doveroso fare alcune critiche. Diversi passaggi, ad esempio, sono descritti troppo frettolosamente, e la caratterizzazione di alcuni dei protagonisti è decisamente superficiale. Buone, invece, le qualità del cast, che mescola interpreti affermati come Antonio Gargiuolo (Gomorra – La serie), Roberta Mattei (Veloce come il vento), Matteo Taranto (Mine vaganti) ed Elena Cucci (Mister Felicità, A casa tutti bene) e attori promettenti tra cui Arianna Becheroni (Bang Bang Baby), Roberto Nocchi (Mio fratello rincorre i dinosauri) e Mikaela Neaze Silva (nota per le sue apparizioni nei programmi televisivi Striscia la notizia, Paperissima Sprint e Tiki Taka).

Ma ciò che tiene lo spettatore incollato allo schermo è la spaventosità della realtà descritta. Una realtà in cui ogni contatto con la natura è severamente proibito, le risorse sono drammaticamente scarseggianti e le istituzioni sono governate da persone senza scrupoli che pensano soltanto al proprio ritorno personale. In questo contesto, tuttavia, nasce spontaneamente una domanda: e se le “dittature ecologiste” avessero ragione? Cosa siamo disposti a fare per cercare di bloccare o almeno limitare l’ormai inesorabile devastazione dell’intero pianeta?

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