Attualità
E’ allarme siccità in Italia: sulle Alpi c’è la metà della neve, laghi e fiumi quasi in secca
Legambiente lancia l’allarme siccità in Italia. L’associazione ambientalista registra infatti una “preoccupante carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino”, mentre fiumi e laghi sarebbero in forte sofferenza, quasi in secca. Il fiume Po in particolare, “con un deficit del 61%”.
Legambiente ricorda che l’Italia – con oltre 33 miliardi di metri cubi di acqua prelevata per tutti gli usi ogni anno – è un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni.
Vista la situazione preoccupante, l’associazione lancia un appello al governo Meloni, indicando un piano strategico nazionale che si articola in otto punti: 1. Favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare; 2. Prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini; 3. Servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione; 4. Implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie; 5. Occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti; 6. Utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi; 7. Favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti; 8. Introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.
“Il 2023 è appena iniziato – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi e livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare e che permetterebbe di rendere più competitiva e meno impattante l’intera filiera. Non dimentichiamo che la transizione ecologica deve passare anche per il comparto idrico, oggi in forte sofferenza a causa soprattutto della crisi climatica”. Una siccità prolungata, ricorda Zampetti, “comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici, e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali. Da non sottovalutare, inoltre, il contributo che la neve apporta all’approvvigionamento idrico. La scarsa copertura nevosa unita alla fusione anticipata delle nevi condizioneranno pesantemente le capacita’ dei bacini idrografici nei prossimi mesi primaverili ed estivi. Per questo è fondamentale prevedere più risorse per il settore idrico, a partire da un miglior indirizzamento di quell del Pnrr. Solo così potremmo evitare di rincorrere le emergenze”.
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Crediti foto: Shutterstock