Interni/Politica
Via libera del governo al Dl Calderoli sull’autonomia regionale
Ha ottenuto l’ok all’unanimità da parte del Consiglio dei ministri il disegno di legge sull’Autonomia regionale differenziata, ovvero la legge Calderoli. “Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi. Puntiamo a costruire un’Italia più unita, più forte e più coesa”, ha dichiarato il premier Giorgia Meloni subito dopo l’approvazione del Ddl. Soddisfatto anche Matteo Salvini, che ha inviato un un messaggio a parlamentari e consiglieri regionali della Lega: “Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Altra promessa mantenuta”.
Le Camere avranno ora 60 giorni di tempo per gli atti di indirizzo sulle intese. Il disegno di legge prevede che, se dalla determinazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni possono essere trasferite dallo Stato alla Regione, ma “solo dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica”. Specificazione, questa, che non era stata inserita nella bozza del testo diramata lunedì scorso.
Che cosa prevede l’Autonomia regionale differenziata?
La proposta di legge deriva dalla riforma del titolo V della Costituzione del 2001, in base al quale le Regioni possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie di politiche pubbliche, fra le quali, ad esempio, ci sono i rapporti internazionali e con l’Unione europea, il commercio con l’estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione, la ricerca scientifica, la tutela della salute, la protezione civile, i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la comunicazione, la cultura e l’ambiente, etc.
“Il governo avvia un percorso per superare i divari che oggi esistono tra i territori e garantire a tutti i cittadini, e in ogni parte d’Italia, gli stessi diritti e lo stesso livello di servizi”. Ha aggiunto Meloni, che ha proseguito dicendo: “La fissazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), in questi anni mai determinati, è una garanzia di coesione e unità. Un provvedimento che declina il principio di sussidiarietà e dà alle Regioni che lo chiederanno una duplice opportunità: gestire direttamente materie e risorse e dare ai cittadini servizi più efficienti e meno costosi”.
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Crediti foto: Shutterstock