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The Voice Senior, le pagelle della terza puntata. Lory pigliatutto, Dario Gay non riconosciuto
Loredana Berté fa piazza pulita e sceglie i migliori talenti sulla piazza nella terza puntata del talent show di RAI 1. Spiccano Ronnie Jones e Ninni Lo Casto. Non riconosciuti Dario Gay e Irene Grandi!
The Voice Senior, le pagelle della terza puntata – Prosegue il trionfo della terza stagione di The Voice Senior, fortunatissimo format musicale in onda ogni venerdì su RAI 1. La terza puntata della nuova serie, andata in onda eccezionalmente mercoledì 1 febbraio, è stata seguita da 3,84 milioni di telespettatori, pari al 22% di share vincendo una serata difficile contrassegnata dalla trasmissione dei quarti di finale di Coppa Italia tra Roma e Cremonese.
Una puntata come sempre di altissimo livello, dove a spopolare sono state le scelte provenienti dal genere black tra gustose sorprese, divertimento e qualche scelta inaspettata. Ma iniziamo con le pagelle.
THE VOICE SENIOR: LE PAGELLE DELLA TERZA PUNTATA
TEAM LOREDANA BERTÈ
Rossella Coci 10
Mamma mia Signori. Che voce, che mood, che taglio, che chitarra! Tutti in piedi per una scintillante “Long train runnin” iper funk, divertente e di trasporto. Si girano chiaramente tutti, compresa la coppia Bertè-Grandi. Loredana la sceglie e conferma di essere in possesso di una squadra davvero competitiva.
Ninni Lo Casto 10
89 nove anni e non sentirli. Tutti in piedi per questo signore che, arrivato quasi al novantesimo giro intorno al sole, ammalia tutto e riempie gli spazi con un’esecuzione piano e voce del capolavoro francese “No me quitte pas“; è il più bravo e infatti sceglie Loredana che ha per dispersione i talenti più grandi.
Ronnie Jones 10
E allora Soul, man! Commovente la storia di Ronnie, personaggio conosciutissimo anche nel mondo dei musical. La sua versione di “Superstition” rende omaggio a Stevie Wonder nel migliore dei modi con un graffio e un’attitude soul assolutamente naturale. Loredana lo riconosce e lo sceglie.
TEAM GIGI D’ALESSIO
Lisa Maggio 7
Convince subito i Ricchi e Poveri e Gigi con una voce dal timbro elegante e dalla grande canna, interpreta “Quando ami una donna” di Fausto Leali con grande senso della misura, aspetto da non sottovalutare.
Dario Gay 8
Personalità d’alto profilo che ha scritto tanti brani per altri artisti e he ha partecipato due volte al Festival di Sanremo. Poi la vita ha imposto scelte diverse. Propone una versione de “Il mare d’inverno” molto personale e sentita, sfoggiando una vocalità molto ben definita. Ma Loredana, che lui conosce, non si gira! Meno male che c’è Gigi.
Gianni Conte 8
Altra autorità massima giunta sul palco dello show di RAI 1. Gianni ha infatti girato il mondo come solista de L’orchestra italiana di Renzo Arbore. Si sente tantissimo tutta l’esperienza del nostro in una “Uomini soli” di grande intensità e precisione.
TEAM CLEMENTINO
Teresa Laurita 7
Una delle scelte più fresche del lotto, non a caso piaciuta particolarmente a Clementino. Teresa esegue infatti “Bagno a mezzanotte” di Elodie ammaliando il rapper giocando soprattutto con la formula melodica appassionata della strofa, affrontando nel migliore dei modi anche l’inciso scandito.
TEAM RICCHI E POVERI
Augusta Procesi 8
Colpo di biliardo dei Ricchi e poveri, bravi ad accaparrarsi Augusta che ha proposto una versione de “All by myself” in cui è riuscita a raccontare tutto il suo vissuto attraverso la musica.
Giulia Crocini 6
Scanzonata performance de “Maracaibo“, brano solo all’apparenza semplice, eseguito da una deliziosa Giulia. Da risentire in altri generi per capire il reale potenziale.
NON SELEZIONATI-OSPITI
Ezra Pavan 6
Sceglie un brano recente, “Perfect” di Ed Sheeran e Andrea Bocelli, prendendosi il rischio di cantare sia pop che in cavità. Il tutto però è eccessivamente fragile, tanto da non convincere i giudici.
Irene Grandi 10
Solo cuori per la grande rocker pop del nostro tempo, in grado di graffiare con eleganza e qualche sfumatura blues con una interpretazione da brividi di “E poi” di Mina. Semplicemente atomica.
Vincenzo Ferrara 6
Si difende proponendo una “Dieci ragazze” di Lucio Battisti solida ma che non incide nel giusto modo. Peccato.
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Grafica di Andrea Butera