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Madame è una fuoriclasse e il live all’Alcatraz di Milano lo ha definitivamente dimostrato

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Madame, la recensione del concerto di Milano del 12 maggio

 

Madame è una fuoriclasse assoluta. E se ancora qualcuno dovesse nutrire dubbi, magari accecato da quella sindrome del riccardone per cui l’unica musica buona è quella con le chitarre distorte o comunque quella che si ascoltava nella loro gioventù, il consiglio spassionato è quello di accaparrarsi un biglietto per uno dei prossimi concerti dell’artista vicentina ed entrare nel suo mondo. Fatto di canzoni e di un rapporto simbiotico con il pubblico, al quale Francesca si racconta e al quale chiede di raccontarsi nel “confessionale”. Senza filtri, senza giudizi e timore di venire giudicati, nella piena libertà di essere solo ed unicamente sé stessi. Di sentirsi a casa e fra gli amici pur essendo circondati da tanti sconosciuti uniti soltanto dal filo rosso lungo cui corrono i successi che hanno reso Madame dapprima la next best thing della musica italiana quindi una delle più apprezzate realtà della scena.

Francesca Calearo è nata per cantare e per stare su un palco. E su quello dell’Alcatraz, dove ha fatto tappa per la terza volta dopo i due sold out di inizio maggio, lo ha dimostrato. Pochi fronzoli, scenografia ridotta all’osso, una band di grande talento con batteria, basso, tastiere e dj, una smisurata presenza scenica, la perfetta esemplificazione del concetto di “animale da palcoscenico”. Un’ora e un quarto di show, pescando a piene mani tanto dal sul album omonimo quanto fra i tanti singoli e featuring a cui ha preso parte. Nel corso della serata allora ecco fare la loro comparsa “virtuale” Marracash (“L’anima”), Fabri Fibra (“Il mio amico”) e Marco Mengoni (“Mi fiderò”). E poi i grandi successi, da “Sciccherie” – cantata in una versione molto intima – alla sanremese “Voce” passando dall’ultima hit “L’eccezione”. Prima del gran finale con “Marea” a far saltare e ballare tutto l’Alcatraz, sprigionando quella voglia di far festa e divertirsi che due anni di buio sembravano aver sepolto sotto la cenere.

La dimostrazione perfetta e lampante che quel “sto bene in un album pop come in un album rap” cantato in “Mira” nell’ultimo disco di Ensi risponde perfettamente a verità. Madame si muove infatti con grande disinvoltura fra tanti generi e linguaggi, con il piglio di una veterana al punto che a volte riesce quasi difficile entrare nell’ordine di idee di trovarsi di fronte a una ragazza di vent’anni. Ma se si chiamano fuoriclasse, un motivo ci deve pur essere.

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Crediti Foto: Shutterstock